E' la tipica arma da guerra, protagonista nel corso della storia di famose cariche di cavalleria, ancora oggi in dotazione agli ufficiali e sottufficiali delle Forze Armate italiane come simbolo di onore e comando. Essendo in origine un'arma praticata essenzialmente a cavallo, la sciabola presenta un bersaglio limitato alla parte superiore del corpo dal bacino in su (per essere precisi dalle punte iliache), compresi gli arti superiori e la testa, ma con l'esclusione delle mani (anche se fino alla stagione 2000/2001 anche il dorso della mano armata era giudicato bersaglio valido). Come il fioretto la sciabola è un'arma in cui vige la “convenzione”, diritto della stoccata a chi attacca per primo, ma a differenza di questo e della spada si può colpire, oltre che con la punta, anche con il taglio e il controtaglio della lama. Velocità di movimenti, rapidità di riflessione, prestanza muscolare e vivacità d'intuito sono le caratteristiche di questa arma, l'ultima a essere elettrificata (1988), purtroppo a scapito della sua plastica bellezza esecutiva, e l'ultima a prevedere la partecipazione femminile alle competizioni (stagione 1998/1999).